La Commissione Europea ridisegna la formazione turistica in Europa

Statistiche sul turismo in Europa

Il turismo è la terza categoria socio-economica dell’Europa. Ci sono più di 1,8 milioni di imprese turistiche sul nostro continente. Questo numero impressionante si traduce in più di 10 milioni posti di lavoro e quasi 11% del PIL Europeo.

La maggior parte dei lavoratori del settore turistico ha meno di 35 anni ed è composta da donne; è un dato molto interessante da una prospettiva sociale per combattere la disoccupazione giovanile. In effetti, ci sono tanti lavoratori giovanili in un settore in costante incremento, pur essendo un periodo generale di crisi economica.

Generalmente, gli impiegati del settore turistico hanno un livello basico di educazione. In Italia, il 30% della forza lavorativa turistica ha ottenuto la maturità ed ha trovato lavoro subito dopo.

Questo dato cambia di paese in paese, a seconda del livello educativo di ognuno di essi.

Far fronte ai nuovi trend

Nonostante le qualifiche della sua forza lavorativa, il settore turistico deve rispondere ai cambiamenti portati dovuti alla domanda. I turisti sono sempre più esigenti e desiderano conoscere esperienze diverse a quelle a cui siamo tutti abituati.

Richiedono un maggior rapporto qualità/prezzo ed esperienze uniche basate su temi sociali come l’ecologia e uno stile di vita salutare.

Inoltre, con la diffusione di internet e dei social media, sono sempre più informati e hanno idee sempre più precise di quello che vogliono vivere e dove trovare questi servizi.

Queste evoluzioni del mercato turistico rappresentano delle opportunità che l’Europa deve saper cogliere per mantenere il primo posto mondiale come destinazione preferita dei viaggiatori.

In Europa, ci sono difficoltà a rispondere positivamente a questi cambiamenti. La disoccupazione nei nostri paesi è ancora alta, è particolarmente preoccupante la situazione giovanile in Italia.

Gli operatori del settore turistico sono poi poco qualificati o hanno delle mansioni che non corrispondono alle loro qualifiche.

La sfida dell’Europa oggi è di aumentare la qualità e la sostenibilità della nostra offerta turistica. Per questo, la Commissione Europea si è interessata da vicino ai sistemi educativi europei.

La domanda supera l’offerta: urge un sistema formativo diverso

Per migliorare la qualità dei nostri servizi, provvedere le conoscenze fin dalla scuola in modo da avere le competenze giuste al posto giusto sembra essere la mossa giusta.

Le conoscenze tecniche e professionali necessarie sono diverse secondo il ruolo che ognuno ha nel settore turistico.

La maggior parte ha bisogno di parlare le lingue, di ampliare le loro doti di receptionist e le loro conoscenze interculturali durante la comunicazione con i clienti.

Secondo il suo studio, la Commissione Europea si è accorta che mancano maggiormente conoscenze e competenze nel management.

Queste problematiche sono dovute in grand parte alla stagionalità del lavoro che porta ad un cambiamento continuo dei lavoratori e all’impiego di migranti, che costano meno e sono meno esigenti.

È proprio il recruitment della forza lavorativa che crea i più grandi divari nel settore turistico. In effetti, è sempre più difficile trovare persone competenti e professionali.

Queste difficoltà a trovare le persone giuste influenzano tutta l’organizzazione lavorativa.

Sono necessarie nuove forme di formazione per colmare questi divari, soprattutto nel mondo di oggi in cui la tecnologia si sviluppa sempre di più e potrebbe addirittura rimpiazzare i ruoli amministrativi.

L’arrivo di nuove tecnologie creerà una richiesta continua di formazione ed educazione per permettere a tutti gli operatori di gestire al meglio gli strumenti a loro disposizione per lavorare.

Oltre allo sviluppo delle tecnologie, si dovrebbe ampliare la consapevolezza che viviamo su un continente che ha tendenza ad invecchiare e avrà bisogno di una nuova accessibilità. La sensibilizzazione e l’educazione dello staff a queste problematiche potrebbe essere un asso nella manica per tante strutture ricettive.

Conducendo questo studio, la Commissione Europea si è resa conto che ci sono vari approcci alla formazione e all’educazione nei paesi membri.

Educazione e Formazione, parole chiave per lo sviluppo del settore turistico

Spesso, nei paesi europei, le strategie per diffondere le competenze giuste sono sviluppate in modo isolato dallo sviluppo turistico generale.

L’idea è quindi di cogliere le opportunità che ci offrono i nuovi fenomeni del mercato e sviluppare le competenze dei lavoratori grazie ad un nuovo modo di intendere l’educazione.

La sfida perenne dei sistemi educativi e formativi è di assicurarsi che gli studenti abbiano una buona educazione, ma anche una buona formazione per rispondere alla domanda del mercato turistico.

L’elemento fondamentale è di dare un insegnamento adeguato sia nella forma sia nel contenuto per rispondere alle necessità dei datori di lavoro nel mondo turistico.

La difficoltà sta proprio nel fatto che nella maggior parte dei paesi membri, ci sono tante strade per portare all’impiego turistico.

Tre aree principali sono state individuate:

1) L’educazione universitaria

I master o le specializzazioni sul turismo sono sempre più numerose. Sono molto popolari.

La volontà di incrementare la qualità e la diversità del settore turistico si vede nelle specializzazioni sempre più ricercate che fanno parte integrante dell’offerta universitaria.

Nello stesso tempo, alcuni imprenditori si preoccupano dell’effettiva risposta ai loro bisogni in quanto datori di lavoro. Dallo studio emerge anche il fatto che tanti studenti che si laureano in turismo trovano lavoro in altri ambiti per diverse ragioni, spesso economiche.

Le università propongono spesso percorsi poco attuali o replicabili nella realtà. Quando uno studente si laurea, sbarca in un mondo sconosciuto e non è preparato per affrontarlo.

Ha spesso idee prefabbricate che non hanno niente a che vedere con la realtà a cui si confronta. Le conoscenze date sono troppo teoriche e lontane dal settore turistico, che è in cambiamento costante.

Oltre a questa problematica, la Commissione Europea si è resa conto che c’è una mancanza comune di omogeneizzazione dell’offerta universitaria in Europa. Di conseguenza, i diplomi non corrispondono da un paese all’altro e corrispondono a conoscenze frammentate.

Il Professore Prats dell’Università di Girona ha trovato un modo innovativo per colmare parzialmente il divario.

Propone nel suo master dei tirocini in cui gli studenti vanno nelle imprese per imparare sul campo e fanno ricerca nello stesso tempo.

Permette di avere un aggiornamento in tempo reale delle evoluzioni del settore turistico e di poter adattare l’insegnamento dato.

Desidera portare maggiore leadership, flessibilità e integrazione ai suoi studenti attraverso questi percorsi formativi nuovi con una massima condivisione da parte delle imprese.

Inoltre ha come asso nella manica oltre 150 moduli diversi da proporre agli studenti, già approvati dall’università, cosi da potersi adattare ogni anno alle esigenze del mercato.

2) L’educazione vocazionale

La caratteristica principale di questa categoria è la diversità della sua offerta formativa tra apprendistati, tirocini e corsi, indirizzati alla maggior parte della forza lavorativa turistica.

I corsi sono molto interessanti in quanto spesso sono proposti e finanziati dal datore di lavoro o dai fondi europei.

Alcuni datori di lavoro si interoggano però sull’efficienza effettiva delle conoscenze trasmesse e sulla loro applicabilità nel mercato turistico oggi a causa della stagionalità dei lavori turistici e la difficoltà che possono incontrare a organizzare i workshop presso la loro sede.

Una delle grandi difficoltà di questa tipologia di sistema educativo viene dalla poca flessibilità dei corsi che non sempre rispondono ai nuovi requisiti dell’industria turistica.

L’esempio dato alla Conferenza era della professoressa e guida turistica Anu Nylund.

Propone dei corsi fatti ad hoc con un piano di studio creato per ogni persona. Le competenze sono poi messe alla prova direttamente sul campo con i relativi professionisti.

Questa nuova modalità di formare le persone si basa sulla creazione di network e sul branding, cioè fare della propria storia un marchio per vendersi meglio.

3) L’educazione continua

Questa categoria può essere un’ottima soluzione per dare competenze complementari agli adulti.

Spesso l’educazione continua è sottosviluppata in Europa.

Ha però numerosi vantaggi come la durata media e gli orari. La riconoscenza dell’esperienza svolta presso l’attuale posto di lavoro è un beneficio da non sottovalutare.

Spesso, è proposta come risposta ad una problematica particolare incontrata durante il lavoro e sono studi complementari fatti dopo l’università o dopo un percorso vocazionale.

Possono avere un ruolo cruciale e aiutare i nuovi impiegati turistici a sviluppare le loro competenze.

L’idea è di dare opportunità di apprendimento sistematico per rispondere ai bisogni espressi dai datori di lavoro.

In questa ottica, Davina Stanford, del Regno Unito, ha creato un master per lavoratori che possono seguirlo sul posto, ma anche in e-learning. L’idea è di creare un turismo sostenibile con l’accento messo sulla comunicazione e la condivisione con le imprese.

È stato identificato il bisogno di dare priorità allo sviluppo di una forza lavorativa competente e per questo, saranno necessarie nuove politiche.

Modulare l’offerta formativa ed educativa secondo i cambiamenti del settore

L’idea non è di creare nuovi corsi formativi, ma nuovi percorsi flessibili, e adattabili ad un mercato in cambiamento continuo.

Per questo, emerge l’idea di creare una forza lavorativa europea coordinata da una politica nuova, innovativa che si adegua all’evoluzione del settore turistico.

Questa forza lavorativa si crea direttamente nelle scuole superiori e universitarie, con una collaborazione stretta delle imprese che si aprono ad un Erasmus+, che consiste nel mandare all’estero in un’azienda partner un lavoratore per fargli conoscere la realtà del suo lavoro in altri ambienti.

Il confronto con una nuova realtà: il mondo alberghiero alle prese con il mondo extra alberghiero

Il dibattito si chiude dopo un workshop molto interessante in cui Danilo Beltrante con la sua iniziativa Vivere di Turismo ha potuto esporre le sue idee innovatrici in termine di formazione turistica ad una platea pro-alberghi.

L’importanza della condivisione con le imprese, della comunicazione e del branding non sono novità per lui.

In effetti, Danilo Beltrante propone un modo innovativo di fare formazione: basarsi sui bisogni reali dei gestori per creare una formazione ad hoc.

La partecipazione alla conferenza della Commissione Europea di un’azienda del settore extra-alberghiero ha sollevato tante domande e interesse. Il mondo extra-alberghiero, che occupa quasi la metà delle presenze in Italia, è poco conosciuto nel resto dell’Europa, in cui inizia ora a svilupparsi.

L’Europa è consapevole che i sistemi educativi e formativi devono evolvere e in questo, l’Italia deve portare il suo mattone. Insieme, le 28 nazioni possono fare grandi cose e dare la visibilità giusta al settore turistico.

L’Italia è un paese precursore e può portare tanto all’Europa attraverso la sua esperienza diretta con la convivenza del settore alberghiero ed extra-alberghiero.

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6 risposte

    1. Buongiorno Antonello,

      Grazie per il tuo messaggio.
      Con piacere, ti posso già indicare che il prossimo corso sarà organizzato tra fine febbraio e inizio marzo.
      A breve, sarà disponibile uno straodrinario corso online, riceverai tutte le informazioni nella newsletter.

      Buona domenica 🙂

    1. Ciao Elena,

      Stiamo preparando una straordinaria versione online del corso!
      Ti chiedo un po’ di pazienza perché è veramente un’impresa epica mettere insieme tutti questi contenuti e renderli immediatamente applicabili nel lavoro quotidiano.
      Siamo a buon punto e alla fine di novembre, riceverai le news per email.

      Un saluto,
      A presto

    1. Ciao Bruna,

      Continua a seguirci perché la formazione è uno degli argomenti che trattiamo più spesso.
      Se hai delle domande specifiche, puoi farle sia sul blog o scriverci direttamente all’indirizzo email info@viverediturismo.com

      A presto

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