Trading Extralberghiero: una chiave strategica per la ripartenza

Il mondo ha già nostalgia delle bellezze dell’Italia.
I preparativi per ripartire col piede giusto.

Ripartenza? Quale ripartenza? Stiamo parlando seriamente?

Questa, ad oggi, è la reazione di molti al solo paventare l’ipotesi, di iniziare a pensare ad una ripartenza economica del settore turistico e del settore extralberghiero.

E’ innegabile che ciò che abbiamo vissuto, e che in parte stiamo ancora vivendo, sia una di quelle esperienze che mai avremmo potuto immaginare o prevedere di vivere.

Come è innegabile che il settore turistico, e l’extralberghiero, si trovino di fronte a criticità evidenti, una fra tutte l’impossibilità delle persone di muoversi.

Anche chi desidera visitare l’Italia, oggi si trova nella impossibilità di farlo. Ed è ormai una realtà che il nostro paese, nel prossimo futuro, potrà di fatto essere fruito e vissuto solo da noi italiani, che avremo magari la possibilità di conoscerlo e di conoscerci un po’ di più.

Questa fase ci mette di fronte alla necessità di progettare le nostre attività in modo nuovo, di rivisitare i nostri modelli di business per poter entrare in sintonia con il nuovo target di viaggiatori che si profilerà e che sarà portatore di nuovi bisogni.

Ma di cosa stiamo parlando nello specifico?

Della necessità di sviluppare Visioni fuori dall’ordinario.

Di fare leva su noi stessi per poter affrontare i prossimi mesi, sviluppare una visione interessante degli anni a venire, e poter realizzare in futuro qualcosa di grande.

Portatrice di un punto di visto diverso, un pensiero che potremmo definire laterale è Federica Benatti, architetta di Bologna, ed esperta di sviluppo degli ecosistemi territoriali, intervistata lunedì 4 da Danilo Beltrante durante la rubrica Aperitivo con DAnilo – Special Edition.

Federica si occupa del recupero di dimore storiche a rischio abbandono e delle cosiddette aree marginali, con un focus specifico sulle piccole comunità dei borghi e i proprietari di immobili. Federica è anche docente per Vivere di Turismo Business School, all’interno del Corso Trading Extralberghiero.

Federica ci invita a fare un passo indietro per assumere la giusta distanza e guardare al nostro paese da una prospettiva nuova. L’Italia ha qualcosa di speciale, e noi abbiamo la necessità di ritrovare la capacità di guardarla con occhi amorevoli e fiduciosi.

L’abitudine alla nostra bellezza, unica al mondo, ci ha reso in qualche modo assuefatti, tanto da non vederla quasi più.

Ed è incredibile, perché fuori dai nostri confini, la nostra signora Italia, sta già diventando una sorta di “sogno proibito”.

La stampa internazionale, ed articoli come quello di The Daily Telegraph Inglese che lanciano dei contest sulle 20 ragioni per tornare in Italia quando tutto sarà finito, stanno alimentando ancora di più il “desiderio Italia”.

Il mondo ha già nostalgia delle nostre bellezze.

Ecco gli scenari secondo Federica Benatti.

 

1. Il principio di scarsità

Abbiamo ragione di credere, che proprio secondo il principio di scarsità (il principio secondo il quale una improvvisa indisponibilità di ciò che desideriamo lo rende ancor più desiderabile), questa improvvisa inaccessibilità dell’Italia, farà aumentare all’estero in modo esponenziale il desiderio di venire a trovarci.

Esatto, proprio in un momento così, dove noi Italiani visualizziamo per lo più scenari di difficoltà a tempo indeterminato, il mondo desidera tornare a viaggiare e desidera ancora di più soddisfare quel sogno, oggi all’apparenza inaccessibile, chiamato Italia.

 

2. Italiani consapevoli = decollo del turismo

Come è possibile che questa prospettiva ci sfugga?

Forse si tratta di consapevolezza. Siamo davvero consapevoli del nostro valore e del valore di ciò che ci circonda?

Probabilmente no. La maggior parte di noi non conosce l’Italia, siamo ignari delle bellezze e della potenzialità nascosta dentro ai nostri borghi. Ogni angolo del nostro territorio, ha una propria identità storica e culturale che se raccontata nel modo giusto ci permetterà di vivere di questo.

Se saremo capaci di raccontarci, faremo nascere nuovi desideri di viaggio, di scoperta.

Ci siamo mai chiesti davvero, che cosa spinge persone da ogni angolo del pianeta ad arrivare anche nelle zone più sperdute del nostro paese?

Anche in questo caso, ci sorprenderà sapere che la stampa straniera è davvero attentissima alle infinite particolarità e risorse del nostro territorio, e sono proprio queste ad attrarre le persone.

 

3. Dove non arriva il singolo, può arrivare la comunità. La rete

In questo momento così difficile, possiamo stimolare la nascita di prodotti e servizi territoriali tornando proprio in relazione con le persone, con chi ha deciso di restare o di vivere in luoghi anche remoti per caratteristiche che neppure noi sapevamo di avere, andando così alla ricerca del nostro diamante nascosto.

L’Italia, tra le altre cose, è ricca di aree interne e di aree selvagge. Negli ultimi 2 mesi le aree che venivano definite marginali sono diventate le aree più ricercate. Per quali ragioni? Le persone oggi si fanno portatrici di nuovi bisogni, e ricercano modelli di vita che permettano loro di ri-connettersi con la natura e con le proprie radici di esseri umani.

Basti pensare che ci sono già realtà che stanno iniziando a sviluppare nuovi progetti di marketing territoriale.

Le piccoli comunità, che fino ad oggi hanno avuto pochi strumenti per poter competere con l’offerta turistica dei centri maggiori, oggi, unendo le forze potranno creare una proposta alternativa di viaggio, facendo proprio leva sul loro speciale ecosistema. Creare pacchetti che coinvolgono tutti gli attori del territorio, rivolti ad un nuovo target di viaggiatore (magari semiresidenziale), che ha voglia di vivere un’esperienza umana intensa a contatto con le proprie radici, con la natura.

 

4. Un boost per trend già attivi e presenti

I processi di rivalutazione dei borghi e dei cammini in piedi da anni, conosceranno un accelerazione. Alcune associazioni (ad esempio comunità montane come UNCEM) sono pronte a mostrarsi e ad innalzare il loro livello di competitività imprenditoriale, dotandosi di servizi pratici per un target di visitatori anche semi-residenziale e che potrebbero sceglierle per lavorare in forma smart.

Molte altre forme di viaggio sono emerse ed emergeranno: pensiamo alla Digital Detox, oppure ad Associazioni come quella dei Borghi più belli d’Italia, che riunisce i Borghi storici sotto la cornice della bellezza intesa come cura dei luoghi (manutenzioni degli immobili e degli spazi pubblici) e alla vitalità commerciale, associazionistica e imprenditoriale locale. Oppure le nuove forme di turismo come turismo Eco-sostenibile.

 

5. Il ruolo chiave degli immobili per la ripresa

Le opportunità dunque, ci sono.

E che ruolo giocano gli immobili in tutto questo contesto?

Gli immobili sono contenitori di vita, ognuno ha una sua propria vocazione. Pensiamo solo alle seconde case, nelle aree interne abbiamo un numero infinito di immobili vuoti.
Scoprendone l’identità dunque potremo anche individuare quale specifico servizio potrà essere ospitato al suo interno.

Le seconde case avranno un ruolo strategico nella rivalutazione delle cosiddette aree interne: aree utili allo sviluppo di una nuova ricettività, funzionali per la ricerca di nuovi spazi, e di una nuova esigenza di privacy. Aree portatrici di modelli di vita a misura d’uomo ai quali sempre più persone desiderano tornare.

Il gap tra questa potenzialità e l’effettiva capacità di essere attrattivi, potrà essere colmata identificando come prima cosa quali siamo i nuovi bisogni. Mettendo in luce ciò che abbiamo, andare ad identificare quali sono i bisogni che siamo già in condizione di soddisfare.

 

6. Riprendere in mano la propria attività con la formazione

Chi potrà realizzare da subito tutto questo?

La capacità di ricercare, acquisire e mettere a reddito il patrimonio immobiliare oggi disponibile, di fare appunto trading immobiliare, diverrà una componente essenziale e strategica per la ripresa economica del comparto extralberghiero.

Chi ha sviluppato competenze peculiari nella gestione e messa reddito del patrimonio immobiliare come i Property Manager, è capace di gestire la complessità, e mettendo al servizio dei proprietari di seconde case le proprie competenze imprenditoriali, potrà rendere le loro proprietà profittevoli in modo sostenibile.

In che modo dunque, possiamo tutti insieme prepararci a questa ri-partenza?

Questo momento storico ci offre una straordinaria opportunità per diventare consapevoli di noi stessi.

Vivere di Turismo Business School dedica un corso di alta formazione proprio a questo. Lo abbiamo chiamato Trading Immobiliare, 3 giorni dove imparerai come ricercare, acquisire e mettere a reddito gli immobili in modo profittevole e sostenibile nel tempo.

Guidati da Federica Benatti e altri 5 docenti della Business School imparerai a leggere ed a cogliere le opportunità che il nostro settore offre anche in questa fase, mettendo le basi per costruire un progetto solido nel tempo.

Trovi qui tutte le info e il modulo di candidatura in questa pagina.

Perché i germogli del futuro sono già qua.

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